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LOC, tra esigenze di cambiamento e incertezze progettuali

“Loreto Open Community” (LOC) è il progetto vincitore del bando Reinventing Cities del 2021, promosso dal Comune di Milano. LOC è stato presentato da CEETRUS Management & Development Srl con CEETRUS Italia SpA (oggi Nhood).

Il Comune di Milano ha concesso al consorzio dei proponenti un edificio all’angolo con via Porpora (la ex sede della Direzione Educazione) in cambio della riqualificazione della piazza. Più nello specifico, il processo di rigenerazione viene finanziato in cambio dell’ampliamento di un complesso di uffici con una nuova torre e l’aggiunta di volumi prevalentemente commerciali a quelli già esistenti nel mezzanino della metropolitana.

I rendering pubblicati online mostrano una piazza a più livelli piena di persone che passeggiano. Grandi alberi la punteggiano, creando una sensazione di pace e tranquillità.

Tuttavia, il progetto non è stato esente da critiche. In un articolo pubblicato nel maggio 2021 su una nota rivista di architettura, facendo leva sull’identità storica della piazza, Alessandro Bonetti scrive che: “[attraverso il progetto] l’unità spaziale della piazza, cioè la sua stessa esistenza in quanto tale, è annullata dai volumi edilizi che la saturano e la frantumano in una molteplicità di superfici di statuto ambiguo. Lo spazio pubblico esiste ancora sul piano normativo e degli standard urbanistici, ma è annientato nella sua capacità di funzionare come tale” (Bonetti 2021).

A prescindere dalla specifica argomentazione, è importante notare come intorno a uno spazio pubblico così importante come piazzale Loreto, si coagulino narrazioni e posizionamenti antitetici.

Gli interlocutori dichiarano di non conoscerne tempi e fasi di realizzazione dei lavori.

Giugno 2022, note di campo

A Loreto mi fermo in un’edicola. Chiedo alla gestrice se sa quando partiranno i lavori. La signora risponde che non sa nulla, ma che non è preoccupata: “Il problema non sono i lavori, ma il fatto che lavoriamo sempre meno!”. Crede che, ad ogni modo, il cantiere dovrà chiudersi prima della Olimpiadi del 2026.

Allo stesso modo, altri commercianti e residenti lamentano la totale assenza di comunicazione. Chi ha delle informazioni in merito al progetto le ha rintracciate in autonomia, leggendo i giornali o cercandole online.
“Avete sentito parlare del progetto LOC?”, chiedo a Mauro e Simona nel mese di giugno 2022.
“Digitando, in giro, controllando le notizie” […], risponde Marco.
“Non siamo stati messi al corrente. L’abbiamo scoperto autonomamente perché avevamo… avevamo il sentore […]. Alla fine l’hanno fatto e hanno tirato fuori il progetto”, aggiunge Simona.
Allo stesso modo, Danilo mi spiega di aver raccolto informazioni: “Sul Corriere della Sera, fondamentalmente” e aggiunge: “Noi leggiamo tutti i giorni il Corriere. Poi, quando c’è qualcosa che mi interessa, magari vado ad approfondire la conoscenza su internet” (giugno 2022).

Oppure José: “Io non so nulla di questo progetto. Ho dovuto guardare su internet, nessuno ci ha comunicato nulla” (luglio 2022).

Un progettista della cordata vincitrice del bando con cui ho avuto modo di confrontarmi mi descrive il processo di analisi territoriale avviato, soffermandosi sulla questione della partecipazione: “Quel bando ti chiedeva di rispettare molti criteri sulla progettazione ambientale e qualche criterio sul coinvolgimento della comunità. Quindi il dossier di candidatura progettuale si portava dietro una forte attenzione alla progettazione sulla qualità dello spazio pubblico e sul verde, sulle questioni di carattere energetico, le emissioni di CO2, con molti criteri e la necessità per i progettisti, per la cordata, di dotarsi di una strategia di coinvolgimento del territorio. […] Noi facciamo una parte «leggera» di analisi del territorio e una parte un po’ più importante di ascolto e coinvolgimento del territorio. Perché sostanzialmente quello che ci hanno chiesto [gli sviluppatori] è aiutarci a capire come sono fatti i quartieri intorno a Loreto, quali preoccupazioni esprimono gli abitanti dei quartieri e le organizzazioni più rappresentative sulla situazione sul quartiere e sulla trasformazione della piazza. Poi ci hanno chiesto di immaginare una strategia di coinvolgimento di questi attori durante il cantiere”.

Il progetto ha quindi preventivato forme di partecipazione a lavori avviati, che presumibilmente avranno lo scopo di informare la popolazione. A questo proposito, è interessante citare la posizione di un urbanista del Politecnico con cui ho avuto modo di confrontarmi nel mese di luglio 2022 secondo cui, nell’ambito dei grandi progetti di trasformazione urbana, la partecipazione è spesso una dimensione evocata, ma poco praticata nel concreto. Tali progetti hanno in realtà minimi margini di rielaborazione e ridiscussione.

Copyright Matteo Spertini

Gli interlocutori si rendono conto di questo aspetto, ma, come già messo in evidenza, ritengono che qualsiasi azione non potrà che migliorare la situazione attuale della piazza. Mauro, ad esempio, sostiene: “È un cambiamento totalmente positivo. Fare peggio di come è adesso è difficile, veramente difficile. Perché come dicevamo prima, è una rotonda” (giugno 2022).

Un ricercatore sociale intervistato a luglio 2022 afferma: “Questa è una zona che paga molto il fatto di non avere un parco pubblico vicino. Si sa che il Trotter non è un vero parco pubblico. Lo è dalle 16:00 in poi […]. Durante la settimana in realtà è chiuso e si paga molto lo scotto di ciò in quest’area. Da un lato c’è questo blocco molto forte della stazione, quasi insuperabile. Sì, c’è l’accesso alla Martesana che però passa per un sottopasso molto brutto. Per esempio la mia compagna non lo fa mai volentieri e non lo farebbe sicuramente in orari serali. Mi immagino che piazzale Loreto diventerà un altro spazio pubblico. Mio figlio forse lo utilizzerà come luogo di ritrovo quando sarà adolescente”.

Infine, un altro residente anziano: “Beh la piazza così non la possono lasciare di sicuro, con quell’erba secca che c’è. Ha presente… io la vedo adesso mentre sto parlando, perché abito all’ottavo piano e ho un balcone che dà sulla piazza, ho la prospettiva della piazza completa. In mezzo alla piazza e anche in due parti laterali c’erano quelle specie di canne. Adesso c’è solo della roba secca. Così sicuramente non lo possono lasciare. Probabilmente non faranno niente finché non inizieranno i lavori. Adesso è uno spazio indegno, dove la gente va a fare i suoi bisogni” (settembre 2022).

D’altro canto, alcuni interlocutori ritengono che la rigenerazione della piazza possa costituire un’ulteriore fase lungo il processo di gentrificazione in atto. Giovanna, operatrice del centro Mosso si interroga sul ruolo che avranno da questo punto di vista i nuovi esercizi commerciali che si insedieranno nell’area: “Il problema è che costruendo tutti questi spazi commerciali non so dove andremo a finire. La mia tesi di laurea era proprio sul tema del commercio come occasione per costruire delle politiche pubbliche, […]. Mi riferisco al piccolo commercio, oppure a come la grande distribuzione possa offrire servizi, servizi di prossimità, come sta facendo ad esempio Decathlon in corso Buenos Aires, che ha una ciclofficina” (settembre 2022). Di nuovo, si tratta di capire come una grande trasformazione come quella di piazzale Loreto possa rispondere alle esigenze degli strati di popolazione più fragili, o come rischi al contrario di tagliarle fuori da processi di sviluppo urbani più ampi.

Allo stato attuale, il progetto LOC non sembra far leva su una dimensione storica. Non è stato previsto un memoriale della strage nazifascista del 10 agosto del 1944, né l’indicazione del luogo in cui è stato esposto il corpo di Benito Mussolini. Un progettista della cordata vincitrice del bando ha parlato dell’ipotesi di realizzare un monumento “più inclusivo”, ad esempio sul tema dei diritti umani, senza rimandi specifici alla storia nazionale.

(Il testo, elaborato da Paolo Grassi, è tratto dal report del progetto “Riqualificazione green di aree urbane dismesse. Un approccio etnografico e comparativo all’analisi e alla realizzazione (2022-2023)” – fondi PON «Ricerca e Innovazione» 2014-2020 – Asse IV «Istruzione e ricerca per il recupero». Azione IV.6; Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione “R. Massa”, Università degli Studi di Milano-Bicocca).