Lo stato della proposta
La presentazione riportata qui di seguito restituisce sinteticamente il quadro e lo stato di avanzamento del progetto LOC (Loreto Open Community), che dovrebbe riqualificare completamente una delle piazze principali della città di Milano. La presentazione si struttura in tre punti: 1. Cornice formale del progetto; 2. Il contesto; Il progetto LOC. La presentazione è stata elaborata da Alice Alessandri, assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano.
Loreto Open Community (LOC) è una delle trasformazioni più significative che si prospettano per la città di Milano: esito dell’intervento sarà la riconversione dell’attuale snodo automobilistico di piazzale Loreto in una piazza, in gran parte pedonale, su cui si affacceranno attività commerciali, con il conseguente ridisegno della mobilità nell’area.
La cornice formale
L’intervento su piazzale Loreto si inserisce all’interno della competizione internazionale Reinventing Cities, promossa dalla rete C40 Cities e che prevede che le città (o proprietari di siti privati o pubblici) mettano a disposizione alcune aree oggi dismesse o sottoutilizzate per le quali proporre progetti di
trasformazione che perseguano gli obiettivi della sostenibilità e della resilienza. La competizione si struttura in due fasi: a una prima manifestazione di interesse aperta a gruppi multidisciplinari segue l’individuazione di tre-cinque progetti finalisti che parteciperanno alla selezione conclusiva, per la quale dovrà essere presentata la versione dettagliata del progetto, completa della valutazione dell’impronta di carbonio, del protocollo di monitoraggio ambientale, dell’offerta finanziaria e del business plan. Il progetto vincitore sarà, poi, individuato sulla base di alcuni parametri: l’aderenza del progetto alle specificità dell’area, le scelte delle soluzioni proposte rispetto alle dieci sfide climatiche poste dal bando stesso, il tipo di business model e di accordo giuridico finanziario che il progetto prevede, l’idoneità della squadra. Aspetto comune a interventi di questo tipo, e con rilevanti implicazioni sulle modalità di trasformazione della città, è il ricorso allo strumento del partenariato pubblico – privato che, generalmente, prevede la cessione del diritto di superficie dell’area per un certo numero di anni, o, in certi casi, anche la vendita di alcune porzioni o edifici agli operatori privati che realizzeranno l’intervento.
Il contesto
Piazzale Loreto è stato messo a bando nel 2019, all’interno della seconda edizione di Reinventing Cities che il Comune di Milano ha promosso. L’area su cui intervenire, di proprietà comunale, riguarda la piazza, comprensiva degli spazi al piano interrato, e i tratti iniziali delle vie che si affacciano su di essa, per i quali è previsto il trasferimento del diritto di superficie per novant’anni. Inoltre, è incluso nell’area di progetto, in vendita, anche l’attuale edificio comunale che si affaccia su via Porpora. Ai progettisti sono stati richiesti il miglioramento della attraversabilità della piazza per pedoni, ciclisti e trasporto pubblico, l’incremento degli spazi pedonali, la riattivazione degli spazi del mezzanino della metropolitana e, in generale, la trasformazione della piazza in un elemento di cerniera tra Corso Buenos Aires e gli assi a nord (viale Monza, Via Padova e Via Costa). Tali indicazioni trovano riscontro nel Piano di Governo del Territorio vigente, che individua piazzale Loreto come una di sette piazze da trasformare per valorizzarne lo spazio pubblico: a tal fine, il piano prevede anche la possibilità di densificare le cortine edilizie, come poi verrà fatto dal progetto LOC.
Il progetto LOC
Il progetto vincitore è stato presentato da un team multidisciplinare rappresentato da Ceetrus Management and Development Srl (oggi Nhood Services Italy Spa) e composto dai seguenti progettisti: Metrogramma Milano, Andrea Caputo, Mobility in Chain, LAND Italia, Temporiuso, Futureberry, Squadrati, Starching, Matteo Gatto e Renovatio Design.
Il concept dell’intervento è spiegato dai progettisti con la scelta del nome “Loreto Open Community”: il progetto «dichiara nel suo stesso nome la volontà di divenire icona e simbolo per un’intera città, capace finalmente di restituire il significato proprio della parola piazza ai propri cittadini, un non-luogo, che intendiamo trasformare in luogo inclusivo, dolce e gentile» (Relazione Tecnica di Progetto LOC, p.2). Uno dei primi aspetti su cui il progetto interviene riguarda il ridisegno della mobilità veicolare che l’intervento prevede: il tratto iniziale di via Padova, che diventerà accessibile solo al trasporto pubblico, si configurerà come estensione della piazza pedonale, determinando un’inevitabile redistribuzione dei flussi automobilistici rispetto agli assi viari circostanti. La mobilità dolce riconquisterà uno spazio oggi quasi del tutto assente, con l’interpretazione della piazza come hub della interconnettività e della intermodalità: nuove piste ciclabili, attraversamenti pedonali a raso e spazi per i servizi di sharing caratterizzeranno il futuro Piazzale Loreto.
Un altro aspetto su cui il progetto lavora molto è il tema dello spazio pubblico, che si si sviluppa su tre livelli differenti. Il primo è quello della piazza a raso, che consente la connessione tra l’area di progetto e il contesto tramite percorsi e attraversamenti pedonali e ciclabili e un sistema di piazze più piccole. Un secondo livello è costituito dalla piazza verde del mezzanino, concepita come spazio adattabile a vari usi, caratterizzato da rampe e gradonate che convergono verso il centro. A dimostrare la natura flessibile di questo spazio sono state immaginate attività differenti che possono avere luogo all’interno: spazi per il mercato, punto di attraversamento o di convergenza per una manifestazione, spazi per ospitare concerti all’aperto o, addirittura, sport invernali. Il terzo livello dello spazio pubblico, infine, è costituito dalle coperture dei nuovi edifici, progettate come giardini pensili dedicati ciascuno a un tema diverso: lo sport, il tempo ritrovato e i sapori. Per quanto riguarda, invece, l’edificio lungo via Porpora, il progetto ne prevede una trasformazione fatta di aggiunte, ampliamenti e sottrazioni, con la realizzazione di un podio vetrato – che ospiterà spazi studio, di lavoro e un asilo convenzionato – e di due corpi superiori con spazi per uffici.
In linea con gli obiettivi di Reinveinting Cities, il progetto prevede un sistema di verde e di gestione delle acque volto a mitigare il cambiamento climatico, tramite la piantumazione di nuovi alberi, l’adesione al progetto ForestaMi, e la progettazione di dispositivi di drenaggio urbano. Analoga attenzione è posta al tema della sostenibilità energetica tramite l’adozione di strategie attive e passive di riduzione dei consumi, oltre al fatto che il progetto si presenta carbon neutral, come richiesto dal bando.
Nella fase di elaborazione del progetto è stato svolto un percorso partecipativo con rappresentanti delle associazioni locali per raccogliere informazioni su interessi e necessità non solo degli abitanti ma anche di alcune popolazioni temporanee che vivono il quartiere. Tra i temi emersi figurano la necessità di intervenire su un luogo oggi non attraversabile e poco sicuro, ma anche di preservarne l’identità storica e la memoria degli eventi passati. A questa fase di coinvolgimento pre-progettuale sono seguite altre attività volte ad affinare alcuni aspetti del progetto e informare la comunità locale rispetto al futuro della piazza. Tra le iniziative previste, figurano tavoli di lavoro, legati a specifici quartieri o riguardanti temi trasversali, una call aperta a cittadini, associazioni e gruppi di interesse per promuovere attività culturali all’interno della piazza, l’ideazione di un cantiere aperto come punto di osservazione e informazione. Inoltre, obiettivo di questa fase è anche l’individuazione di un soggetto gestore di uno spazio del mezzanino da destinare a hub delle associazioni. Una trasformazione come quella di piazzale Loreto ha aperto un ampio dibattito sul territorio rispetto a diverse questioni. Il tema più rilevante, tra gli spunti critici che sono emersi, riguarda la privatizzazione dell’area: per quanto il progetto preveda la trasformazione di un luogo oggi poco accessibile e utilizzabile, il rapporto tra interesse pubblico e interesse privato è stato oggetto di discussione. Il rischio messo in luce da alcuni comitati e associazioni locali è quello che, come nel caso di altre trasformazioni a Milano, l’intervento su aree pubbliche arrechi benefici per lo più agli interessi degli operatori economici e non alla popolazione che abita il quartiere. Inoltre, è una trasformazione che è destinata a far aumentare i prezzi nelle aree circostanti e, in assenza di un intervento pubblico, causare fenomeni di espulsione.
Il progetto, la cui inaugurazione era inizialmente prevista in concomitanza con le Olimpiadi Invernali del 2026, ha incontrato una serie di difficoltà nell’avvio dei lavori. Si tratta, infatti, di uno dei progetti che ha risentito delle indagini sulle procedure urbanistiche di alcuni cantieri di Milano: questo ha richiesto che gli uffici del settore urbanistico valutassero l’eventuale necessità di un piano attuativo per il progetto LOC, per poi concludere che fosse sufficiente il permesso convenzionato inizialmente previsto. A settembre 2024, si considerava probabile la partenza dei lavori per il cantiere di LOC nel mese di ottobre[1], una volta superate alcune procedure tecnico-amministrative, ossia il perfezionamento della convenzione tra Nhood e il Comune di Milano dopo aver ottenuto una delibera di giunta in merito.
[1] Arsuffi R., “Milano | Loreto – L’avvio del cantiere per la riqualificazione del piazzale forse ad ottobre”, Urbanfile.it, 2/9/2024